Laura Marchig: «Dobbiamo farci riconoscere come comunità autoctona»

Laura Marchig, candidata al seggio garantito per la minoranza italiana in seno all’Assemblea della Regione litoraneo-montana dalla coalizione Lista per Fiume e Iniziativa del Quarnero, è impegnata da anni nella lotta per la tutela dei diritti della nostra etnia. Scrittrice, drammaturga, donna di cultura, è stata giornalista del nostro quotidiano, caporedattrice della rivista culturale “La battana” e per dieci anni direttrice del Dramma Italiano. Attualmente è un’artista indipendente, drammaturga e realizza spettacoli di successo. In questi anni, nelle file della Lista per Fiume, si è battuta per l’ottenimento dei diritti della CNI, fra cui il bilinguismo visivo.

Come mai ha deciso di accettare la candidatura?

“L’ho fatto perché è importante avere un rappresentante in Regione che conosca i problemi della CNI e che li sappia presentare. Il fatto che oltre a me ci siano altri due validi candidati, che conoscono molto bene il mondo della CNI, fa ben sperare perché dimostra che l’interesse di fare sentire la nostra voce esiste. Lo considero anche una dimostrazione di coraggio, perché i problemi da risolvere sono tanti per cui ci vorrà molta forza, impegno e ottimismo. È importante che come comunità autoctona facciamo sentire la nostra voce. Vorrei essere la rappresentante di tutti gli italiani che vivono in Regione e il grande numero di firme di sostegno che la nostra lista è riuscita a raccogliere dimostra che siamo un gruppo forte e coeso”.

A quali problemi si riferisce?

“In questi anni molte località hanno perso le scuole in lingua italiana, gli asili, c’è bisogno di prendersi cura e di farsi portavoce degli anziani, ma anche dei lavoratori e soprattutto dei giovani. Dobbiamo assolutamente farci riconoscere come una comunità autoctona, portatori di una cultura che non ha eguali e di un passato storico. Bisogna porre l’attenzione sulla lingua italiana e sul nostro bel dialetto fiumano”.

Quali sono i punti principali del suo programma?

“Credo che occorra fare capire all’amministrazione regionale quanto sia importante la CNI. In questi anni molte località hanno perso l’insegnamento in lingua italiana: Abbazia, Laurana, Draga di Moschiena, Cherso, Lussino. L’asilo italiano a Fiume non dev’essere una cosa estranea alla maggioranza. Bisogna operare con forza per la valorizzazione della lingua e della cultura italiana, riconoscere il valore del dialetto con tutte le sue varianti, come pure la nostra presenza storica. Non si può separare la cultura dal nostro essere, perché ci definisce e ci differenzia. Sono da anni attivista politica della Lista per Fiume e mi occupo delle questioni della minoranza. Non si tratta di un’improvvisazione, sono in grado di offrire proposte concrete, che possono venire realizzate”.

Nel caso le venisse proposto, pensa di coalizzare con altri partiti?

“La Lista è sempre aperta al dialogo. La cosa più importante è che la gente vada a votare. Mi ha rattristito, durante la raccolta delle firme di sostegno, che molte persone non sapessero se si fossero dichiarate italiane o meno e nemmeno che cosa ciò significasse, e questo è preoccupante. Attualmente è in corso la campagna elettorale, ma io vorrei invitare i connazionali a dichiararsi italiani con consapevolezza al censimento, perché questo è determinante per il futuro della CNI. È importante essere uniti, non fare frazioni, non permettere che ci determinino le forze politiche, ma essere innanzitutto italiani e parte di questa comunità. Comunque sono disposta a collaborare, ma la cosa principale sarà sempre la tutela dei diritti della CNI. Come consigliere avrò modo di agire anche per altre questioni riguardanti le problematiche degli abitanti della Regione. La mia linea guida sarà l’ascolto della base per capire i bisogni concreti delle persone. Credo che ci sia molto lavoro da fare anche per quanto riguarda le nostre istituzioni, che dovrebbero avere più autonomia, come ad esempio Radio Fiume. La Comunità degli italiani potrebbe diventare un centro per vari servizi, tra cui le traduzioni per le varie comunità turistiche in Regione, incentivando l’impiego dei nostri connazionali. Credo che tutto ciò si possa realizzare instaurando anche una sana collaborazione con la Regione”.

Perché gli elettori dovrebbero sceglierla?

“Perché sono anni che combatto per la tutela dei diritti della CNI, praticamente non so fare altro, e comunque vada continuerò a farlo. Bisogna avere la forza e il coraggio di agire perché altrimenti la CNI rischia di venire dimenticata, sottolineare l’importanza della lingua, della cultura e del dialetto come strumenti del nostro valore. Comunque, la cosa più importante è che i connazionali capiscano l’importanza di questo voto e che si rechino alle urne. Bisogna sfruttare l’opportunità di poter scegliere direttamente il nostro rappresentante nell’Assemblea regionale. Finora non l’abbiamo avuta. Sono convinta che gli elettori sapranno scegliere a chi dare la propria fiducia. La lista che rappresento è composta da persone valide e pronte a tutelare i diritti della nostra etnia: Bruno Paladin, Livio Defranza, Elena Dorčić Spatola, Ana Sturm Martinić, Sebastian Valenčić e Alen Kulundžić Juranić”. (La voce del popolo)


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